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Pellegrini

Il cognome Pellegrini proviene dalla parola latina "Peregrinus" (forestiero, straniero), che a sua volta proviene da un'altra parola latina "peregre" (all'estero). Esso è una denominazione ed appellativo di chi, a partire dal 730 d.C. si reca perPellegrini nei loro indumenti tipici devozione religiosa a visitare luoghi sacri al Cristianesimo. "Peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori della sua Patria; in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di Sa' Iacopo. E' però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l'Altissimo: chiamansi Palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi Peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa' Iacopo fue più lontana della sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi Romei quanti vanno a Roma".


Così scrive Dante (Poeta italiano, Firenze 1265 - Ravenna 1321) nella "Vita Nova" tracciando un preciso quadro d'insieme delle cosiddette "peregrinationes maiores" la cui pratica è assai diffusa nel Medioevo. Scopo del viaggio è la visita ad un luogo particolarmente significativo per un cristiano, un sito reso sacro dalle presenza di preziose reliquie. La Città Santa è quella di Gerusalemme che, sin dai tempi più antichi, attira schiere di pellegrini desiderosi di ripercorrere i luoghi in cui Cristo è vissuto e visitare il Santo Sepolcro: coloro che vi si recano sono chiamati "Palmieri" perché portano, al loro ritorno, la palma di Gerico. A Roma, capitale della cristianità, i pellegrini confluiscono da ogni parte d'Europa per venerare le reliquie di Cristo e dei primi martiri cristiani: si tratta di coloro che Dante chiama "Romei". A partire dalla fine del Duecento la "Veronica", una sorta di sudario in cui si vuole che Cristo abbia impresso i suoi tratti, è una delle reliquie più venerate. Dopo il 1300, anno in cui Bonifacio VIII proclama il primo Anno Santo, il pellegrinaggio verso Roma si rafforza notevolmente proprio grazie all'istituzione dei giubilei. Famosi, per la grande affluenza di fedeli, oltre al primo, quello del 1350 al quale, secondo le testimonianze di Filippo Villani, (Cronista italiano, Firenze 1325 - ivi 1407), "parteciparono pellegrini con meravigliosa e incredibile moltitudine, essendo di poco innanzi stata la generale mortalità, e ancora essendo in diverse parti d'Europa".

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Santiago de Compostela cioè "la casa di Galizia ove si trova la sepoltura di Sa' Iacopo", è la meta di coloro che Dante definisce "peregrini in senso stretto". Sita in Galizia, l'estrema regione occidentale della Spagna, Santiago conosce la sua fortuna con il ritrovamento, nel IX secolo, del corpo dell'Apostolo Giacomo ("Santiago" per gli Spagnoli). Da quel momento e proprio nel luogo della sua sepoltura, si moltiplicano i miracoli e le apparizioni tanto da richiamare un numero sempre maggiore di pellegrini. Ed è qui che secondo Dante il cognome ha il suo primo capostipite. E' così che a nomi propri di persona si aggiunge, come è in uso nel primo medioevo, l'appellativo o soprannome di Peregrino o Peregrini riferito a più individui. Peregrino viene usato sia per indicare un pellegrino di luoghi santi sia per nome proprio di persona. Proprio perché all'epoca è ritenuto il cognome più comune, la sua propagazione si allarga a macchia d'olio, dando così origine a tante nuove discendenze, un Peregrini di Mantova non è un parente, nemmeno lontano di un Peregrini di Firenze. Risulta quindi molto difficoltoso per gli studiosi poter risalire araldicamente e genealogicamente al capostipite di ogni casata, avendo, si lo stesso cognome, ma provenendo da capostipiti diversi. Tuttavia buona parte delle famiglie Pellegrini, in Italia ce ne sono 10.619 residenti in 1.770 Comuni, hanno e detengono ancora, anche se a loro insaputa, un titolo nobiliare. Le ricerche effettuate sono molto ricche e dettagliate, e tutte sono fregiate da titoli più o meno importanti.

I Pellegrini in Italia -


Titolati e persone di rilievo

Ardua è l'impresa di raccontare tutti gli avvenimenti che porta con sé questa famiglia, come è assai arduo ricostruire le discendenze di tutti i rami genealogici e scoprire che alla base ci sia un titolo nobiliare. La certezza di appartenere al Casato di sicura origine nobile o notabile è garantita dal fatto che in tutti i rami conosciuti ci si trovi di fronte ad un casato che per gesta, censo o valore ha saputo legittimamente innalzare per diritto la propria arma al rango di nobili. Le loro avventure, le loro storie e le vicissitudini variano in tutti i campi, da quello militare a quello artistico, da quello legale a quello letterario.

Ramo Veneto

Buonconte, detto il Leone di Venezia o Bonus Comes Leo Venetus, guerriero della Repubblica di San Marco che si guadGian Pietro Pellegriniagna quest'appellativo combattendo nella Prima Crociata nel 1088. Tommaso, nel 1355, da Can Grande della Scala è nominato tutore dei suoi figli. Dal 1405 i Pellegrini sono aggregati al Consiglio Nobile di Verona. Dai Duchi di Mantova e Monferrato ottengono il titolo di Marchese. Il pontefice Pio V li crea Conti, titolo che viene confermato dalla Repubblica Veneta il 20 novembre 1620. Da quel momento si formano 4 linee che hanno per capostipite Giovanni detto "il Cavaliere". Per terminazione il 12 settembre 1774 dei Provveditori sopra i Feudi, Leonardo, Federico, entrambi Cavalieri di Malta, Ignazio, Giuseppe e Carlo, di Bertoldo, sono iscritti nell'A.L.T. con il titolo di Conte (questo titolo spetta solo ai maschi).


Ignazio è colonnello di cavalleria al servizio del Granduca di Toscana, Carlo, dopo essersi segnalato nelle lunghe guerre sostenute da Maria Teresa d'Austria, e poiché si è prodigato per il sostegno della religione cattolica, ottiene dall'Imperatore Giuseppe II d'Asburgo il bastone di Maresciallo di campo con la collana del Toson d'Oro ed è proclamato magnate di Ungheria nel 1792: titolo esteso a tutti i suoi discendenti sia maschi che femmine. Giovanni Enrico nel 1799 viene decapitato a Verona sotto l'imputazione di aver partecipato ad una congiura contro i Francesi in favore della Repubblica Veneta. Giuseppe di Federico, ha la conferma della nobiltà con S.R.A. il 9 dicembre 1819 e con altra S.R. il 15 dicembre 1820 viene elevato al rango di Conte dell'Impero Austriaco. La famiglia è iscritta nell'Elenco Ufficiale Italiano con i titoli di Nobile (maschi e femmine), Conte (maschi), Conte dell'Impero Austriaco (maschi e femmine), Magnate di Ungheria, in persona dei figli Giuseppe, di Francesco e di Matilde Canossa. Ed ancora: Pellegrini Conte di Pellegrina; Pellegrini Pietro Trieste, Conte Palatino; Pellegrini Marco Antonio, veneziano (1530-1616), "aduocato fiscali magnificae Camerae Patauinae Patauini, Serenissimae Reipublicae Venetiae". Avvocato, notaio e giudice veneziano, molto famoso in Venezia, per le sue sentenze in materia fiscale. Autore di molti saggi in materia legale, e di cronache di avvenimenti locali; Pellegrini Giuseppe Luigi, poeta, Bassano (1791). Luigi Francesco, di Bartolomeo, e Pietro Francesco Giovanni e Lelio Aussilio di Giovanni Enrico, hanno la conferma della nobiltà con S.R.A. il 24 luglio ed il 4 agosto 1820.

Giovanni Antonio Pellegrini nasce in Terraferma Veneziana nel 1675 e muore a Venezia nel 1741. C'è chi gli attribuisce i natali a Cinto essendo collega coevo di Gregorio Lazzarini (1665-1730), chi nel Padovano, chi altrove, ma comunque in territorio veneziano. Pellegrini studia sotto la guida del lombardo Paolo Pagani con cui è, giovanissimo, in Moravia e a Vienna, ma ben presto si avvicina all'arte innovativa di Sebastiano Ricci e come lui si reca a Roma dove rimane due anni. Nel 1704 sposa Angela Carriera, sorella di Rosalba, e quattro anni dopo parte per l'Inghilterra al seguito di Charles Montague, conte di Manchester, in compagnia di Marco Ricci, nipote di Sebastiano. Pellegrini presto ottiene un considerevole successo e diviene direttore della Kneller's Academy nel 1711.


Guastatisi i rapporti con i due Ricci, nel 1713 il Pellegrini raggiunge Düsseldorf su invito di Johann Wilhelm, elettore Palatino. Lavora, quindi, in Germania, a Bamberg e Hannover, e nei Paesi Bassi, ad Anversa e Le Hague: nel 1719 nuovamente a Londra e nel 1720 a Parigi; tra il 1727 e il 1730 soggiorna a Vienna e nel 1737 a Würzburg. Nonostante questi continui spostamenti, che fanno di lui uno dei più apprezzati artisti "viaggianti", ambasciatori della pittura veneziana del secolo, la base operativa di Giovanni Antonio resta pur sempre Venezia, nella quale porta un'internazionalità di gusto che prepara la strada ai grandi della generazione successiva, come Amigoni e Tiepolo, ma al tempo stesso esporta l'interesse per il colore, la pastosità delle forme, la fluidità del segno che determina i volumi, elementi tutti tipici e indiscussi della pittura veneta. Si conservano suoi lavori al castello di Barnard (museo di Bowes), a Berlino, a Birmingham, a Boston, al Cleveland Museum of Art a Cleveland Ohio, a Dresda, a Dublino, a L'Aia, a Leeds, ai Musei National Gallery, National Portrait Gallery, Victoria and Albert Museum di Londra, al Museo Ashmolean di Oxford, al Nuseo del Louvre di Parigi, Polish National Museum di Varsavia, Toledo Ohio, al Fine Arts Museums di San Francisco, Vienna, ma anche al Museo Civico di Bassano, a Villa Giovannelli, alla Biblioteca Ambrosiana di Milano ed altrove.

Rosalba Carriera nasce a Venezia nel 1675 e muore nella stessa città nel 1757. La sua ricca attività, benché limitata alla ritrattistica ed attuata con la sola tecnica del pastello, manifesta chiaramente l'adesione al rococò veneziano. E' allieva di Giuseppe Diamantini e di Antonio Balestra, però è influenzata anche dallo stile del cognato Giovanni Antonio Pellegrini. I suoi inizi avvengono nel campo della miniatura. Il passo verso la ritrattistica maggiore è breve: il suo tocco leggiadro e vaporoso consente risultati piacevolissimi e molto apprezzati dalle nobili famiglie veneziane, ma anche da numerosi illustri ospiti della città lagunare. Tra le opere più significative si ricorda il "Ritratto del duca di Wharton" ora a Buckingham Palace, Londra; il "Ritratto di fanciulla" del Louvre a Parigi; il "Ritratto del conte Nils Bielke" della Galleria Nazionale di Stoccolma: a Venezia molte sue opere sono conservate nel Museo del Settecento a Ca' Rezzonico.

E' pievano di Cinto don Giovanni Carlo Francesco Pellegrini che fa l'ingresso in pieve nel pomeriggio del 22 agosto 1727, come Cintese sembra essere il medico Gian Pietro Pellegrini, illustre personaggio della seconda metà del Settecento. Un dipinto di cm 66x50,5 raffigura il suo ritratto. L'espertise del Professor Egidio Martini riporta: "E' a mio giudizio opera sicura e tipica di Alessandro Longhi (Venezia 1733-1813). Dello stesso ritratto esiste un'altra versione firmata all'Ateneo Veneto di Venezia, nel quale il Longhi raffigura il Pellegrini a tre quarti e con una natura morta. La Datazione di questa opera, secondo i dati stilistici della pittura e l'età del personaggio, dovrebbe essere intorno al 1780. Di tale dipinto mi riservo di dare una più ampia descrizione storico-critica in un mio prossimo studio". Originario di Cinto sembra essere V. Pellegrini, commissario imperiale nel gennaio 1798 al servizio di Oliviero Conte di Wallis, ciambellano di S. M. Imperiale, Reale, Apostolica, generale d'artiglieria, proprietario d'un reggimento di fanteria e comandante generale dell'armata in Italia. Di Cinto sono ancora Emilio Pellegrini, fratello di Pietro Giovanni nonno di Bruno Pellegrini, Presidente della latteria dal 1938 al 1939 ed Enrico Pellegrini, impresario edite, ricostruttore della facciata della chiesa parrocchiale di Cinto nel 1939.

Ramo romano

Questo cognome figura fin dal XV secolo, e nelle antiche memorie trascritte dal Cavalier Jacovacci si trova memoria dei seguenti personaggi: 1428, Agnes filiae Catherinae Peregrini de regione Transtiberim sepulta est in Ecclesia S.ti Salvatori de Curtibus; 1482, Paulus Raphaelis de Peregrinis; 1491, Ven.Vir.Dom.Laurentius Raphaelis de Peregrinis, Camerarius S.ti Joannis; 1496, Petrus Antonius Peregrini; 1497, Magister Franciscus de Peregrinis; 1526, Alexius Salvati de Peregrinis sepultus est in Ecclesia S.ti Nicolaj de Columna; 1567, Dom.Antonius de Peregrinis; 1570, Nob.Dom.Alexander Peregrinus secretarius apostolicus; 1551-1602, Pellegrini Lelio, nobile romano, scrittore e studioso ecclesiastico. Infine, va fatta menzione del Cardinale Antonio Pellegrini che è elevato alla sacra porpora dal Pontefice Pio IX nel concistoro del 18 dicembre 1877.

Ramo toscano

Con diploma granducale il 30 settembre 1770. Sono decorati della nobiltà pratese i fratelli Antonio Francesco, medico tra i più conosciuti ed Autore di molti saggi di medicina, consigliere nel Supremo Consiglio di Economia a Milano, e Monsignor Lorenzo, canonico della cattedrale di Prato, ammessa agli onori commutativi e benemerita per i molti e decorosi uffici sostenuti. La famiglia è iscritta nell'Elenco Ufficiale Italiano col titolo di nobile di Prato (maschi e femmine), in persona di Giuseppe, Giovanni Battista, Giovanni e Antonio. Pellegrino Camillo (1585), filosofo e scrittore fiorentino tra i frequentatori e i critici dell'Accademia della Crusca.

Ramo di Norcia

Benedetto, nobile romano, nobile di Velletri e nobile di Loreto, ottiene, il 4 agosto 1860, il titolo di Marchese sulla terra di Casciolino e sposa Elisabetta Quarantotti, patrizia romana, ultima della sua nobile famiglia e alla quale con bolla papale dà il suo cognome per poter poi garantire la discendenza della famiglia Quarantotti: da qui in poi quel ramo, ancora esistente, prende il cognome di Pellegrini Quarantotti.

Ramo di Bologna

Pellegrini Giovanni Battista (Ioannis Baptistae Pellegrini Bonon. Aduersus philosophiae, et medicinae calumniatores, apologia. In qua tum ipsarum decus, atque praestantia conspici: tum quantum frugis etiam, atque ornamenti eas affectantibus afferre queant, facile dignosci poterit" (1582), pubblicazione di molti testi di medicina. Pellegrini Federico, maestro bolognese, 1587.

Ramo di Bergamo

Per la precisione del feudo di Val Brembana, da tempo remoto ascritta a quel nobile Consiglio. Il titolo di Conte è gratificato dal Doge Francesco Foscari (1373-1457), per ricompensa della devozione alla Repubblica di Venezia fin dal 1433 nella guerra contro i Visconti di Milano. Nel 1861 il Senato Romano del Regno d'Italia riconosce il titolo nobiliare della famiglia di Bergamo che nel frattempo (1786) si è spostata più a sud, nelle vicinanze di Fabriano, nell'allora Stato della Chiesa.

Ramo delle Due Sicilie

Pellegrini Nicolò. Commissario e Regio Consigliere del Regno delle due Sicilie, Napoli (1806). Pellegrini Antonio 1569 scrittore e cronista d'epoca. Pellegrini Vincenzo, notaio in Napoli (fine 1700). Pellegrini Vincenzo avvocato e giudice in Napoli autore di molte sentenze contro i soprusi (esempio: Per l'universita di Rionero in Basilicata contro gli abusi del vescovo di Melfi nel dismembrare la chiesa parrocchiale - Napoli - 1775). Peregrino Scardino, avvocato e storico in Bari (1607). Molte le sue cronache su avvenimenti pugliesi e campani dell'epoca.