HomeOriginiI Pellegrini a Cinto

In epoca imprecisata i Pellegrini, che la loro tradizione vuole provengano dalla Prussia, probabilmente di ritorno da Santiago de Compostela, si fermano a Cinto, proprio lungo la strada che li ha portati dalla Prussia in Galizia e ritorno. Infatti, l'antichissima via consolare augustea lungo la quale è posto Cinto è documentata e datata al 2 a.C. dai miliari rinvenuti a Fagagna, Colloredo, Vendoglio e Pers con il nome di Augusto di cui si ricorda il XIII consolato con la XXII tribunicia potestas; per Cinto e Mure presso Sesto si dirige al nord, in Germania attraverso le Alpi Giulie. Come registra lo Zambaldi, nel 1840 esistono ancora tracce: "L'antica via Emilia Altinate, dalla quale presso Concordia diramavasi la strada vicinale di Azzano, diretta, non già verso Portogruaro, come si opinava, ma verso Summaga e Ronco dei Gesuiti, ove se ne vedono alcune vestigia; indi verso Cinto, Sesto, ecc.". La Prussia, Stato politicamente non più esistente dal XIX secolo, è posto nel nord Europa, bagnato dal Mar Baltico, oggi suddiviso tra Lituania, Bielorussia e Polonia, in passato molto esteso fino ad inglobare la città di Berlino come capitale. In epoca romana Cinto si trova ad essere probabilmente una stazione di posta, statio, poi ingranditasi in mansio, lungo la via consolare augustea, variante della via Iulia Augusta, che, abbandonata la via Annia, da Bologna, Bononia, ad Aquileia, a Iulia Concordia, oggi Concordia Sagittaria, risale verso Sextus in Sylvis, oggi Sesto al Reghena, Pinzano, Osoppo, Gemona, Tolmezzo, al passo di Monte Croce Carnico, verso il Norico e la Pannonia.

Tre Generazioni Familia Pellegrini (Cinto 1922) - Sopra da sinistra a destra: Emilio, Antonio, Luigi, Pietro Giovanni, Giuseppe / Sotto da sinistra a destra: Narciso, Italia, Emilia, Teresa Bagnarol, Elisabetta, Maria Gasparotto, BRUNO